Cos’è la sicurezza intrinseca
Tra le tecniche di protezione per le apparecchiature elettriche installati in ATEX, la Sicurezza Intrinseca (Ex i) è quella che più si adatta alla strumentazione di comando e controllo dei processi industriali.
La progettazione di apparecchiature Ex i richiede competenze specifiche che devono integrarsi con le regole di progettazione delle apparecchiature elettroniche standard per prevenire l’innesco ATEX, limitando l’energia, e contemporaneamente soddisfare le necessarie prestazioni funzionali.
Le apparecchiature Ex i (livello Ex ia) possono essere utilizzate anche nelle zone 0 e 20 che sono i luoghi con presenza di ATEX continua o per lunghi periodi.
A livello impiantistico la sicurezza intrinseca consente maggiore flessibilità rispetto agli impianti tradizionali a prova di esplosione (Ex d) oppure a sicurezza aumentata (Ex e).
Gli impianti Ex i si presentano come “normali” impianti di strumentazione con cavi schermati, ma hanno come caratteristica peculiare la possibilità di manutenzione in tensione “live maintenance”.
Infatti, con la Sicurezza Intrinseca l’energia presente nei circuiti, anche in caso di guasto, è sempre inferiore alla minima energia di accensione (Minimum Ignition Energy) delle sostanze.
La “live maintenance” non è invece ammessa per le altre tipologie di impianto in zona ATEX, senza l’uso dell’esplosimetro.
Per rispettare la limitazione energetica, è obbligatorio che le apparecchiature Ex i siano collegate alle apparecchiature associate [Ex i], dette anche barriere di sicurezza a diodi.
È necessaria la compatibilità tra i parametri di uscita delle barriere (Uo, Io, Po, Co, Lo) con i parametri di ingresso dei dispositivi Ex i (Ui, Ii, Pi, Ci, Li), inclusi i cavi di collegamento; questa verifica deve essere riportata nel documento descrittivo del sistema.